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Gli incidenti sulla privacy

Articolo creato il: 22 Settembre 2020

Abbiamo recentemente parlato dell’audizione antitrust che ha visto protagonisti i CEO di Facebook, di Amazon, di Alphabet (Google) e di Apple. Abbiamo scoperto, si fa per dire, che è abbastanza normale sentirli dire una cosa per l’altra e trovare scappatoie ed escamotage per continuare a fare un po’ quel che gli pare. Vogliamo dunque segnalarvi e ricordarvi gli incidenti sulla privacy avvenuti recentemente.

Perché viviamo in un’epoca strana dove scrolliamo velocemente le notizie e non sempre è semplice rimanere concentrati e capire quali notizie sono vere, quali sono importanti e quali sono invece clickbait. Capita dunque fin troppo spesso che notizie interessanti, per un motivo o per un altro, ci sfuggano e finiscano immediatamente nell’angolo dimenticato di internet (e della nostra timeline). Anche per questo motivo consigliamo di utilizzare metodi alternativi a Google News, come gli RSS.

Gli incidenti sulla privacy

Uno degli incidenti più recenti riguarda Instagram. Ne abbiamo già parlato a metà agosto, ricordate? È stato scovato un bug (a detta di Instagram infatti era un bug non voluto) piuttosto imbarazzante e passato un po’ in secondo piano. È stato infatti scoperto che le foto ed i messaggi rimossi dal proprio account Instagram in realtà non venivano rimosse realmente dai loro server1. Un ricercatore di sicurezza se ne è accorto richiedendo una copia dei suoi dati. All’interno del pacchetto ha infatti trovato anche foto e messaggi diretti cancellati!

Twitter

Quanti di voi invece ricordano quello che successe a Twitter neanche un anno fa? Vi rinfreschiamo la memoria. Twitter iniziò a chiedere, in maniera sempre più insistente, di attivare l’autenticazione a due fattori inserendo un numero di cellulare. Un bel giorno pubblicò un messaggio di scuse sulla sua pagina di supporto2. Perché un messaggio di scuse? Perché i numeri di telefono forniti per motivi di sicurezza (tra cui appunto l’autenticazione a due fattori) erano stati inavvertitamente usati a fini pubblicitari. In pratica chi aveva inserito il proprio numero di cellulare per l’autenticazione a due fattori poteva essere anche bersagliato dalla pubblicità mirata!3

E Facebook?

Anche a Facebook capitò una cosa molto simile. Molti infatti non lo ricordano ma poco più di un anno fa Facebook ha dovuto pagare 5 miliardi di dollari di multa proprio per aver utilizzato in modo improprio i numeri di telefono ottenuti per scopi di sicurezza. Sembrano tantissimi soldi vero? È circa un mese di entrate per Facebook4. Giusto per mettere un po’ in prospettiva le cose (quanto guadagna Jeff Bezos, ad esempio?).

Gli incidenti sulla privacy: Google

Ricordate invece cosa successe con Google? Meno di un anno fa facendo un Google Takeout dei propri dati (un sistema di Google per scaricare i propri dati personali) poteva capitare di ritrovarsi dei video di completi estranei!5 Divertente, no? Per Google comunque potete anche trovare una voce su Wikipedia chiamata appunto Problemi di privacy di Google.

Incidenti, bug o disattenzioni?

Tanti buoni motivi per non fidarsi ciecamente delle big tech e per affidarsi il più possibile al software open source. Che non è ovviamente privo di problemi ma chiunque può collaborare, inoltre sono possibili audit da aziende di sicurezza esterne. Ci sarà un motivo se praticamente tutti i server su internet utilizzano Linux6.

  1. Instagram wasn’t removing photos and direct messages from its servers []
  2. Informazioni personali e annunci su Twitter []
  3. Twitter ha usato i dati dell’autenticazione a due fattori per rimpolpare le liste marketing []
  4. Facebook will pay an unprecedented $5 billion penalty over privacy breaches []
  5. Google Photo ha salvato i video degli utenti negli archivi di altri []
  6. Public servers on the Internet []

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Di skariko

Autore ed amministratore del progetto web Le Alternative