Spiccioli di Cassandra/ La rinascita della stampante

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Spiccioli di Cassandra/ La rinascita della stampante

L'ultimo aggiornamento di questo post è di 3 anni fa

Gli articoli di Cassandra Crossing sono sotto licenza CC BY-SA 4.0

Cassandra Crossing è una rubrica creata da Marco Calamari col “nom de plume” di Cassandra, nata nel 2005.

Ogni giovedì, a partire dal 9 settembre, vi proporremo una antica profezia di Cassandra, da rileggere oggi per riflettere sul futuro, alternando articoli recenti selezionati tra gli ultimi usciti.

Quello di oggi è un nuovo racconto di Cassandra, una disavventura a lieto fine della sua stampante! Un resoconto davvero interessante perché ci fa riflettere su quanta tecnologia ancora potenzialmente funzionante buttiamo e soprattutto su quanto le aziende remino contro il diritto alla riparazione (con tanti saluti alla UE). In questo racconto come vedrete siamo al limite, se non oltre, l’obsolescenza programmata.

Questo articolo è stato scritto il 25 novembre 2021 da Cassandra

Spiccioli di Cassandra/ La rinascita della stampante

Far durare hardware vecchio è una scelta virtuosa nel terzo millennio, ma attenzione ai rischi imprevisti.

Cassandra non è taccagna. Non è nemmeno insensibile al fascino della tecnologia e delle novità.

Allora indovinate cosa ha fatto quando la sua stampante multifunzione, che svolgeva il suo onorevole servizio dal lontano 2009, ha acceso due lucette gialle e si è rifiutata di fare ulteriori stampe o scansioni.

Considerate che la stampante stampava bene per quelle che sono le modeste esigenze di Cassandra; gli ugelli non si intasavano (quasi) mai e le cartucce di inchiostro compatibili, di durata più alta delle originali, si trovano ad 1 euro l’una.

No, Cassandra non ha gettato la vecchia compagna in favore di una nuova e più aggiornata.

La stampante era stata amorevolmente curata negli anni, e nemmeno l’occasionale dispersione di rullini e pernetti, evidentemente non indispensabili, aveva fatto venire la tentazione di dismetterla e comprarne una nuova.

Capirete quindi perché Cassandra non ha lesinato tempo e sforzi per cercare di salvarla.

Tecnicamente la storia non è nuova, anzi è già stata trattata in queste pagine; le stampanti a getto di inchiostro hanno parti interne soggette ad esaurimento e non sostituibili (facilmente) dall’utente; d’altra parte il prezzo della stampante non giustifica nessun intervento di assistenza, che oltre al costo probabilmente non sarebbe nemmeno disponibile per modelli vecchi.

Ed ovviamente il costo di aereo ed auto per cercare soccorso a Palazzolo Acreide, posto che il buon Asbesto fosse disponibile, sarebbe comunque proibitivo.

Quindi non c’è che da arrangiarsi, ricordando come i fabbricanti di stampanti amino accanirsi contro i loro clienti, considerati non come risorsa preziosa, ma come perenni ed accaniti avversari da sfruttare.

Una veloce consultazione del manuale della stampante, trovato sui soliti siti, conferma che la combinazione “due lucine gialle fisse” non corrisponde a nessuna anomalia nota, od almeno che si ritenesse di portare a conoscenza degli utenti.

Una meno veloce serie di ricerche in Rete permetteva di scoprire che il blocco definitivo delle stampanti ink-jet multifunzione avviene anche quando il serbatoio interno in cui la stampante smaltisce l’inchiostro in eccesso, prodotto ad esempio durante la pulizia degli ugelli, si riempie.

Questi serbatoi contengono spugna assorbente per “bloccare” l’inchiostro, ma non sono ovviamente dotati di nessun controllo di livello.

Per questo motivo la stampante dispone di un contatore interno di pagine, che ne blocca il funzionamento allo scoccare di un dato numero di pagine; in questo caso il numero fatidico era 7200.

Cassandra cerca di stampare poco, ma dopo 13 anni di onorato servizio il numero era stato raggiunto. Sostituire le spugne del serbatoio, posto che fossero raggiungibili e si trovasse con cosa sostituirle, era impensabile; vi siete mai sporcati le mani con l’inchiostro di una stampante?

Un margine di sicurezza però doveva esserci, quindi il serbatoio non era probabilmente pieno, visto che la stampante faceva il suo lavoro in maniera perfetta.

Allora questo contatore dove sta? Come leggerlo? Come resettarlo?

Con pazienza certosina, numerose ricerche ed una grande dose di cautela per evitare trappole pubblicitarie e software a pagamento, finalmente Cassandra localizzava un eseguibile promettente e sicuro, che si rivelava un programma di configurazione destinato all’assistenza.

Il programma permetteva di manipolare il firmware della stampante e di leggere e scrivere i contatori.

Senza tentare di fare altro, per non correre il rischio di bloccare per sempre la stampante, leggo il contatore del serbatoio che segna appunto 7200, e lo resetto a zero.

Oplà. Tutto funziona. Cassandra 1 – Avidi fabbricanti di stampanti 0.

Un avviso; Cassandra è rimasta colpita da quanto i siti che stava navigando fossero pieni di pubblicità ingannevole e link sospetti o malevoli.

E’ bene ricordare che quando si naviga aldifuori dei siti più noti la possibilità di scaricare un virus è molto più alta, e che spesso ci sono furbetti che offrono a pagamento cose che altrove si trovano gratis. E’ quindi necessario guardare con sospetto e sottoporre all’antivirus qualsiasi eseguibile scaricato dalla rete prima di utilizzarlo.

E mentre la mia fedele stampante, pur priva di qualche rullino, sta dandosi da fare con un noiosa relazione di CTU, mi chiedo cosa succederà quando il serbatoio dell’inchiostro sarà effettivamente pieno. Forse userò la stampante solo come scanner. Vedremo.

Intanto in una discarica in giro per il mondo c’è’ una stampante in meno.

Marco Calamari

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