Cos’è Briar? L’applicazione consigliata da Assange

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Cos’è Briar? L’applicazione consigliata da Assange

L'ultimo aggiornamento di questo post è di 1 anno fa

In questi devastanti giorni di guerra abbiamo ricevuto sul nostro gruppo Telegram diverse volte la domanda: che cosa è Briar? L’applicazione consigliata da Assange 1? In effetti Briar è un’applicazione che conosciamo molto bene: è presente infatti in uno dei nostri primissimi articoli: Alternative a Google Messaggi.

All’epoca, ma pensiamo che la scelta sia valida ancora oggi, abbiamo inserito Briar tra le alternative a Google Messaggi e non tra le alternative a WhatsApp. Briar è in tutto e per tutto un’applicazione di messaggistica, tuttavia ha delle caratteristiche così uniche che non pensiamo assolutamente sia adatta per un utilizzo quotidiano.

E quindi perché Briar è consigliata da Assange?

Il motivo per cui stiamo scrivendo questo articolo è proprio per differenziare le cose e per cercare di chiarire le idee a chi magari ha letto in giro “Assange consiglia Briar” e ha iniziato a pensare: “come come? E quindi non si deve più usare Signal o Matrix?”.

Briar è pensata esattamente per le situazioni al limite, come quella che stanno vivendo gli ucraini. Abbiamo la memoria lunga e anche se probabilmente molti non lo ricordano Briar balzò agli onori della cronaca già nel 2019 durante le proteste ad Hong Kong 2.

Anche in quel caso la situazione era tesissima e c’era il rischio concreto che la repressione della dittatura cinese potesse chiudere definitivamente l’accesso alle applicazioni di messaggistica tradizionali (che già normalmente non è che vengano trattate bene 3) o addirittura a internet. E Briar divenne molto famosa e utilizzata tra i manifestanti.

Cos’è Briar? L’applicazione consigliata da Assange

Ma come funziona Briar? E perché pensiamo che non sia da utilizzare giornalmente al posto di WhatsApp o simili? Briar è studiata esattamente per essere utilizzata in situazioni a rischio.

Come potete vedere da questa semplice rappresentazione grafica fatta dagli sviluppatori di Briar, l’applicazione funziona sia senza internet che online. Grazie alla connessione Bluetooth o al Wi-Fi è infatti è possibile creare una sorta di propria rete indipendente anche se la censura taglia definitivamente il collegamento ad internet.

Prima che qualcuno se lo stia chiedendo: per Wi-Fi si intende ovviamente il protocollo e non “che siate connessi ad internet in Wi-Fi”. Per spiegarci ancora meglio: potete disconnettere da internet il vostro smartphone e grazie alla connessione Wi-Fi (o, appunto Bluetooth) potrete raggiungere chi è relativamente vicino a voi e ha uno smartphone con installato Briar.

Immagine tratta da Briar

Nel momento in cui internet è presente invece Briar scambia i propri messaggi utilizzando la rete Tor. In assenza di internet invece i messaggi vengono mandati e sincronizzati tramite Bluetooth o Wi-Fi. Nel momento in cui una persona che ha Briar installato si allontana e riesce a raggiungere un posto con internet i suoi messaggi si sincronizzano (sempre via Tor) riuscendo a portare il messaggio ricevuto più lontano.

Su Briar si può chattare con una singola persona oppure creare dei gruppi privati. I messaggi sono crittografati end-to-end e non esiste un server centrale: i messaggi sono scambiati infatti peer-to-peer 4. Questo significa che è difficile (non impossibile) da fermare, anche se siete letteralmente sotto le bombe. Briar è inoltre, come potete immaginare, Open source 5.

Cos’è Briar? L’applicazione consigliata da Assange ma non per tutti e non senza una minaccia reale

Come detto però, è un’applicazione pensata per essere utilizzata in situazioni estreme o comunque da giornalisti e attivisti con un altissimo rischio di essere individuato o controllati. Utilizzarla in Italia in questo momento come applicazione giornaliera al posto di WhatsApp per le persone comuni ha davvero poco senso per diversi motivi:

  • non esiste su Apple, dunque intanto tagliamo dal giro tutte le persone che hanno un iPhone;
  • non funziona tramite rubrica o tramite ricerca di nickname: ogni contatto deve essere aggiunto manualmente tramite un link univoco oppure, se si è vicini, tramite QR code;
  • non esiste un backup delle chat;
  • le due persone che parlano devono essere in qualche momento online (o vicine) in contemporanea. Non essendoci un server centrale che può distribuire il vostro messaggio questo viene inviato solo se entrambe le persone sono online (via Tor) o vicine (Bluetooth o Wi-Fi). Se mandate un messaggio ad una persona col cellulare spento e poi voi spegnete il vostro questa persona non riceverà mai il vostro messaggio.

Continuate a usare Signal o, meglio ancora, Matrix

Dipende sempre dal proprio modello di minaccia ma in Italia per avere una buona dose di sicurezza a livello di messaggistica in questo momento basta senz’altro Signal o Element/Matrix. Come vedete non citiamo Telegram perché su Telegram le chat non sono crittografate end-to-end (ed è quasi difficile trovare il modo per farlo) dunque a livello di sicurezza generale è uno scalino sotto le altre due citate. Ma come abbiamo già visto nel nostro articolo Quali sono le differenze tra Whatsapp, Signal e Telegram? i motivi per utilizzare Telegram sono moltissimi ma è sempre importante conoscerne i limiti.

Piccolissima digressione su questo argomento: diverse personalità tra cui Moxie (ex 6 CEO di Signal) ed Eva Galperin (direttrice della sicurezza informatica di EFF) si sono chiesti quale potesse essere il ruolo di Telegram in Ucraina e in Russia in questo momento drammatico. Secondo Moxie infatti i media (e spesso anche Telegram stessa) lasciano passare il messaggio che Telegram è un’applicazione “super-segreta e super-sicura” 7. In Ucraina era una delle applicazioni più utilizzate 8 e in questo momento in quei luoghi utilizzare un’applicazione che non manda solo messaggi crittografati end-to-end è un rischio molto alto 9. Soprattutto se lo si fa credendo il contrario.

Certo Moxie è anche ex CEO di Signal, applicazione concorrente di Telegram. Ma anche la direttrice della sicurezza informatica di EFF ha voluto esporre i suoi legittimi dubbi attraverso questo interessantissimo articolo pubblicato proprio su EFF: Telegram Harm Reduction for Users in Russia and Ukraine.

Briar e il Play Store

Un’altra nota stonata che vi vogliamo raccontare è quanto accaduto a Briar proprio nel momento in cui era importante esserci. Nel pieno dei giorni dell’attacco russo in Ucraina, il 28 febbraio, e proprio nel momento in cui tanti ucraini avevano conosciuto e stavano scaricando Briar, questa viene cancellata dal Play Store! Lo dichiarano gli stessi sviluppatori con un annuncio sul loro blog 10.

Il motivo, sempre secondo gli sviluppatori, era che non avevano dato rilasciato un username e una password di prova per il team di revisione di Google. Ma Briar non ha bisogno di una vera e propria registrazione e quindi potevano mettere loro in autonomia qualsiasi tipo di username e password che sarebbe andato bene. Verosimilmente dunque un automatismo ha di fatto bloccato un’applicazione che in quel momento poteva davvero essere davvero fondamentale.

La rimozione fortunatamente è durata poco e durante la stessa giornata l’applicazione è stata ripristinata dopo le rimostrane degli sviluppatori. Nel frattempo, su F-Droid, ovviamente Briar era sempre rimasta disponibile (ecco perché vi consigliamo sempre di utilizzarlo).

Briar non è l’unica applicazione Open source ad avere avuto momenti difficili nel Play Store: ricordiamo per esempio le disavventure di Catima raccontate dalla sua sviluppatrice e quelle, più recenti, di StreetComplete.

Le conclusioni

Briar è dunque adatta in quelle situazioni dove c’è un rischio concreto che possa venire a mancare internet per qualsiasi motivo. È dunque bene conoscerla, è bene informarsi ed è ottimo sapere che esiste. Magari se proprio volete può anche essere una buona idea averla semplicemente installata sul proprio smartphone visto che comunque non occupa molto spazio. Anche perché sarebbe opportuno scaricarla quando internet è ancora presente anche se su F-Droid si possono condividere gli APK, cioè i pacchetti di installazione, con persone vicine con estrema semplicità, lo sapevate?

Speriamo di aver chiarito un po’ le idee e come sempre per qualsiasi dubbio ci trovate su Telegram, su Matrix oppure anche su Feddit (ci trovate ovunque in realtà ma noi preferiamo qui).

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  1. WikiLeaks su Twitter, link Nitter[]
  2. Hong Kong Protesters Are Using This ‘Mesh’ Messaging App—But Should They Trust It?[]
  3. Encrypted messaging app Signal appears to be blocked in China[]
  4. intended to provide secure and resilient peer-to-peer communications with no centralized servers[]
  5. codice sorgente di Briar[]
  6. Lascia Ceo app Signal, al suo posto ex fondatore WhatsApp[]
  7. Tweet di Moxie, link Nitter[]
  8. Tweet di Moxie, link Nitter[]
  9. Tweet di Eva Galperin, link Nitter[]
  10. Briar was briefly removed from Google Play[]

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Di skariko

Autore ed amministratore del progetto web Le Alternative