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Le favole di Cassandra

Articolo creato il: 31 Marzo 2022

Gli articoli di Cassandra Crossing sono sotto licenza CC BY-SA 4.0 | Cassandra Crossing è una rubrica creata da Marco Calamari col “nom de plume” di Cassandra, nata nel 2005.

Cassandra non è solo una profetessa ma anche scrittrice di favole. Magari da non raccontare ai bambini prima di andare a dormire ma comunque, come tutte le favole, con una morale e degli insegnamenti. La prima è figlia di un caso di cronaca

Questo articolo è stato scritto il 21 ottobre 2011 da Cassandra

Spiccioli di Cassandra/ Cappuccetto scarlatto e il telefono furbo

Una favola con la morale. Perché le favole possono insegnare molto: a volte spaventando, a volte divertendo. L’importante è farne tesoro e ricordarsi che di finzione si tratta

No, Cassandra non ha deciso di imitare Charles Perrault ma ritiene, a scanso di equivoci, che talvolta sia preferibile inventare storie piuttosto che commentare notizie di cronaca, vere, esagerate o false che siano. Infatti anche da una favola, come faceva la nonna, è possibile trarre una morale giusta. Cassandra vi conferma perciò che qualsiasi corrispondenza di questa storia con attrici, telefonini o foto del mondo reale è puramente casuale.

C’era una volta una famosa attrice scarlatta ma bionda, che un bel giorno, pensando che il suo telefono fosse anche una macchina fotografica, decise di scattarsi delle foto appena un po’ osé, riprendendo un bel gioco di specchi, e non solo quello.La favola non precisa che uso la famosa attrice intendesse fare di dette foto, pare comunque che l’autoscatto telefonico fosse allora cosa abbastanza comune anche per le non attrici. D’altra parte la famosa attrice non era l’ultima arrivata e si sentiva sicura: le avevano infatti spiegato che il telefonino aveva una connessione via radio chiamata Denteblu, e che conveniva tenerla sempre spenta per evitare che qualche malintenzionato le rubasse i numeri di telefono.

Il suo insegnante però non era molto aggiornato, o almeno aveva semplificato troppo la raccomandazione. Non le aveva infatti spiegato che un telefono furbo non è solo un telefono con una macchina fotografica, ma anche un computer dotato di altre due connessioni radio e quindi impercettibili, una senza fili ed una di rete cellulare. La famosa attrice riteneva come tanti altri che fosse normale caricare strane figurine sullo schermo del suo telefonino, che le permettevano di fare le cose più svariate con le foto. Non si chiedeva nemmeno perché qualcuno regalasse queste figurine come caramelle, e d’altra parte ce ne voleva una per ogni cosa nuova che si volesse fare.

Fu così che un informatico cattivo, che conosceva bene fatti e misfatti del fabbricante del telefono furbo, riuscì ad insinuarsi da Internet nel computer contenuto nel telefono furbo della famosa attrice bionda ma scarlatta, e controllando tutti i programmi che silenziosamente ci giravano poté appropriarsi e bearsi delle virtù di fotografa (e non solo di quelle) della famosa attrice bionda ma scarlatta.

L’informatico cattivo però non era anche furbo; si vantò delle sue malefatte con i suoi pari e ne condivise il risultato. La famosa attrice lo venne a sapere e se ne uscì in alte strida. Fortunatamente passava da lì un cacciatore federale, che si tolse di spalla il fucile e sparò 121 colpi all’informatico cattivo, che col posteriore fumante ed il portafoglio vuoto è ancora lì che piange e chiede scusa, sperando di non finire in gattabuia.

Morale della favola, ed anche oltre.

Non sempre le cose sono solo quello che sembrano, non sempre le cose gratuite sono buone, non sempre chi le regala ha buone intenzioni, ma soprattutto non sempre il cattivo che le usa è solo un poveretto a caccia di emozioni. È per questo, cari fanciulli, che potrebbero capitarvi non solo gli stessi problemi della famosa attrice bionda ma scarlatta, ma anche altri ben più gravi. State attenti ai lupi cattivi che tramite gli informatici più furbi possono rubarvi le informazioni su dove siete, con chi parlate, cosa gli dite, chi conoscete, cosa vi piace, e certo, anche foto e registrazioni. Altrimenti la famosa attrice scarlatta ma bionda, rispetto a voi, sembrerà non solo assai più carina ma anche un vero genio.

Questo articolo è stato scritto il 17 maggio 2021 da Cassandra

Spiccioli di Cassandra/ La chiocciola e la banda larga

E’ in una favola una soluzione eretica per migliorare la vostra connessione?

C’era una volta, tanti e tanti anni fa, l’ADSL, una magia venduta dagli gnomi che aveva cambiato la vita a tutti gli abitanti del bosco magico, che arrivava da una scatola contenente da 7 a 18 dobloni e non più di uno zecchino…

Gli intuitivi 24 lettori avranno già capito che Cassandra, dovendo toccare il cuore anche degli “animisti digitali”, ha deciso di ambientare il suo “spicciolo” di oggi nella popolare favola dei fratelli Grimm, espediente tra l’altro già usato anni fa per il suo “Cappuccetto Scarlatto”.

Un giorno alla porta della casetta, che veramente non era nel bosco ma vicino al mare, bussò un signore in blu col cappello rosso che offrì alla nonna una connessione ultraveloce al posto dell’antica ADSL, se solo lei avesse rinunciato alla linea telefonica in rame a favore di una fibra magica.

Poiché la sua unica nipotina da moltissimo tempo non la veniva a trovare, perché evidentemente aveva di meglio da fare, la nonna sapeva che il signore in blu col cappello rosso altri non era che il lupo, e non si lasciava tentare.

Ma la vecchia ADSL, per le nuove magie del bosco, era diventata davvero insufficiente, ed un giorno la nonna decise di accettare.

Pur essendo in una favola, la magia promessa si inceppò, e dopo pochi giorni il lupo tornò, dicendo che la fibra alla nonnina non la poteva vendere, ma che, sottoponendo ad incantesimo il vecchio doppino di rame, le avrebbe comunque venduto una connessione molto più veloce dell’ADSL, purché fosse controllata da uno scrigno magico, che le avrebbe installato gratis.

La nonna era anziana e saggia, e rispose che certamente, se non c’era di meglio, anche il rame fatato poteva andar bene, ma che il nuovo scrigno il lupo poteva tenerselo; la nonna aveva la sua vecchia scatola da cucito, che aveva funzionato benissimo per anni, che conosceva bene e che poteva funzionare anche col rame fatato.

Così la nonna ebbe la sua connessione da 78 dobloni e 12 zecchini, e fu molto, molto contenta.

Ma dopo pochi mesi la nuova connessione cominciò a traballare, e la nonna, che con la sua scatola da cucito poteva vedere tutto quello che succedeva fino alla tana, chiamò tante volte il lupo dal cappello rosso per dirgli di non giocherellare con l’incantesimo sul rame, ma di lasciargli quello che avevano concordato all’inizio.

Il lupo si scusò, dicendo che la colpa era del rame della nonna che funzionava male, e la nonna gli disse che il rame era del lupo, e che quindi venisse pure a cambiarlo.

La nonna disse anche che sarebbe stato meglio controllare l’armadietto di plastica da cui il rame usciva, perché era stato spiaccicato contro il muro dalla carrozza di Cenerentola, che era venuta al mare ma non era brava a fare i parcheggi; la serratura dell’armadietto era rotta, lo sportello pendeva dai cardini e ci pioveva pure dentro.

Le esortazioni della nonna perché il lupo esaminasse l’armadietto vennero disattese; il lupo si limitò a rimettere il vecchio incantesimo e tutto ricominciò a funzionare.

Ma dopo un po’ la connessione divenne nuovamente ballerina, la nonna dovette richiamare il lupo dal cappello rosso, ripetendogli di venire a vedere l’armadietto spiaccicato.

Il lupo disse che no, avrebbero fatto tutte le verifiche dalla sua tana, e che comunque il problema non era il nuovo incantesimo ma la vecchia linea di rame della nonna.

La nonna, un po’ innervosita, fece nuovamente notare che la linea non era sua ma del lupo; fu così che dopo poco ricominciò a funzionare con il vecchio incantesimo, che però assicurava ora soltanto 68 dobloni e 9 zecchini, pur costando in bolletta come prima.

Nessuno aveva ancora controllato l’armadietto spiaccicato, che giaceva in strada, in parte ammuffito, appoggiato al muretto del giardino.

Allora la nonna, che non aveva paura di uscire, visto che il lupo, conclusa la vendita, non sarebbe mai più venuto, scese in strada ed aprì lo sportello dell’armadietto, che penzolava dalle cerniere.

Esaminata la bizzarra situazione interna, prese una scopetta, uno spray per contatti ed un insetticida.

Tornò all’armadietto e, smuovendo il letto di foglie fradice che ne copriva il fondo, fece fuggire il geco e le due lucertole che probabilmente lo abitavano da anni.

Staccò poi con delicatezza le 5 chiocciole che vagavano per i contatti, abbellendoli probabilmente con la loro scia argentea, e le portò in mezzo all’erba sul lato opposto della strada.

Prese poi la scopetta e spazzò via accuratamente le foglie, causando un fuggi fuggi di poveri insetti di vario tipo, e pulì sommariamente l’interno dell’armadietto.

Soffiò poi delicatamente sulla morsettiera con lo spray e raddrizzò i due solitari doppini che uscivano dalle forassiti, nelle quali spruzzò, come tocco finale, un poco di insetticida.

Infine richiuse a forza l’armadietto, raddrizzandolo per quanto possibile, fino a bloccare lo sportello, in modo che non ci piovesse più dentro.

Rientrata a casa, chiuse e riaprì la sua scatola da cucito, e come per magia vi trovò ben 80 dobloni e 14 zecchini.

Fu molto contenta, e da allora evitò di ritelefonare al lupo perché non gli combinasse altri malfatti, e mai rispose alle sue chiamate telefoniche.

Pur non essendo retrograda, la nonna resistette anche alla tentazione di chiedere al lupo col cappello rosso come mai non poteva portargli la fibra magica da 200 dobloni e 30 zecchini che era connessa ad un armadietto nuovo nuovo, anche lui col cappello rosso, apparso da molti mesi ad 80 metri dal suo.

Cosi, cari bambini, la nonna, grazie alla sua prudenza e saggezza, continua ancor oggi a vivere felice e contenta nel bosco magico.”

Marco Calamari

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