Matter: l’IoT non sarà più la stessa

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Matter: l’IoT non sarà più la stessa

Attenzione: questo post è stato creato 1 anno fa

Gli articoli di Cassandra Crossing sono sotto licenza CC BY-SA 4.0 | Cassandra Crossing è una rubrica creata da Marco Calamari col "nom de plume" di Cassandra, nata nel 2005.

Un’ottima riflessione di Cassandra sugli IoT e soprattutto sul nuovo standard per la domotica chiamato Matter.

Questo articolo è stato scritto il 17 gennaio 2023 da Cassandra

Cassandra Crossing 529/ Matter: l’IoT non sarà più la stessa

Una evoluzione tecnologica, apparentemente auspicabile e positiva, aumenterà invece i pericoli per gli utenti?

D’accordo, Cassandra si è già espressa molte volte sui pericoli che si nascondono nell’Internet delle Cose.

Ne ha dato descrizioni, tanto inquietanti quanto inascoltate, in queste due precedenti puntate della rubrica (Cassandra Crossing/ Il sussurro dell’Internet delle Cose e Cassandra Crossing / Frankenthings) paragonando i potenziali pericoli degli “oggetti intelligenti” dell’IoT a quelli di Colui che sussurrava nel buio, capolavoro del genere fantasy/horror del grande H. P. Lovercraft, appartenente al ciclo di Cthulhu.

Cassandra consiglia una veloce lettura di ambedue gli articoli prima di proseguire.

Orbene, è notizia di questi giorni, riportata in questo articolo di Slashdot che tutti i produttori di “oggetti intelligenti”, e parliamo anche di Apple, Google, Samsung, Amazon, si stanno improvvisamente precipitando ad adottare il nuovo standard Matter.

Ora, di cosa si tratta? In termini riassuntivi Matter è uno standard aperto ed interoperabile per far colloquiare tra loro gli oggetti dell’IoT.

In termini tecnici è un’evoluzione senz’altro positiva, da un mondo proprietario ad uno aperto, un nuovo standard industriale.

Significa che presto i prossimi oggetti IoT di un certo produttore potranno “parlare” con quelli di tutti gli altri, e che anche alcuni degli oggetti già nelle vostre case, con opportuni aggiornamenti software od altri trucchetti, lo potranno fare.

“Che bello!” diranno alcuni irriflessivi dei 24 lettori di Cassandra.

Timeo Danaos, et dona ferentis” – Temo i Greci e chi reca doni.

Bello quel cavallo, guarda come è ben rifinito, un ottimo lavoro di ebanisteria, e senti il profumo del legno appena lavorato.

Vediamo invece la cosa dal solito andreottiano punto di vista, tanto amato da Cassandra. Ciascun produttore di oggetti IoT si è da tempo creato il proprio Walled Garden (Giardino Recintato) di prodotti che parlano solo tra loro, in alcuni casi con grandissimo successo economico.

E’ il caso, ad esempio, di Amazon Alexa con i campanelli Ring e gli aspirapolvere iRobot, oppure di Google con il suo assistente Home ed termostati Nest.

Cosa è successo? Davvero questi signori improvvisamente si suicidano commercialmente abbattendo i loro walled garden per abbracciare un modello Open? Troppo bello per essere vero.

Infatti non è vero. In realtà il modello del walled garden, che tanto successo ha arrecato in altri settori, ad esempio ad Apple, può essere meno conveniente di un modello aperto, in un mercato dove i soldi veri non si fanno vendendo oggetti, ma usandoli per intercettare dati personali.

In questo caso, con opportuni accordi più o meno sottobanco, diventa conveniente per tutti abbattere i muri dei walled garden per creare un mondo di oggetti intelligenti, tutti potenzialmente interconnessi tra loro tramite un “esperanto tecnologico”. Può anche accelerare enormemente l’introduzione dell’IoT, e quindi aumentare ulteriormente la quantità di dati che possono essere intercettati, oltretutto facilitandone la gestione e lo scambio.

Cassandra vi ha fatti preoccupare abbastanza. No?

Allora proseguiamo. Un secondo pericolo, assolutamente da non sottovalutare, è l’omogeneizzazione dei protocolli e delle piattaforme; cosa succederà quando, inevitabilmente, qualcuno scoprirà uno 0-day nelle implementazioni del protocollo Matter?

Quali danni potrebbe fare una botnet di tutti gli oggetti IoT del mondo, e quanto sarebbero grandi gli incidenti di sicurezza che ne deriverebbero?

Quanto tecnocontrollo potrebbe essere realizzato, in maniera semplice e generalizzata, come sottoprodotto di un mondo IoT diventato omogeneo?

Si, questa medaglia tecnologica, bellissima e scintillante dal lato tecnico, ha un rovescio davvero molto opaco e preoccupante.

Stateve accuorti!

Marco Calamari

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