No, Proton non divulga i dati dei suoi utenti

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No, Proton non divulga i dati dei suoi utenti

Come sapete non amiamo parlare troppo di cronaca e attualità dato che non siamo una testata giornalistica né cerchiamo di esserlo. Quando pubblichiamo notizie cerchiamo tendenzialmente di farlo in maniera positiva senza catastrofismi o clickbait. Purtroppo sappiamo che non è una pratica comune e ieri molti di voi potrebbero aver letto la notizia che Proton divulga i dati dei suoi utenti rilanciata (Archive) principalmente da un blog chiamato Restore Privacy. La notizia è sostanzialmente falsa o quantomeno il titolo è decisamente clickbait e truffaldino.

Restore Privacy è generalmente un buon blog ma non è del tutto nuovo a questi metodi e a titoli un po’ clickbait 1. È anche un blog che sponsorizza attivamente diverse VPN tramite coupon e affiliazioni: con questo non vogliamo dire che queste notizie vengano appositamente rilanciate in un determinato modo e per attirare pubblico ma ognuno potrà trarre liberamente le sue considerazioni. Di una cosa siamo sicuri però: leggete sempre gli articoli e non fermatevi ai titoli soprattutto quando questi contengono delle affermazioni eccessivamente forti e accattivanti.

No, Proton non divulga i dati dei suoi utenti

Volevamo tuttavia rassicurare chi ci segue perché non abbiamo bisogno di click e dunque ci limitiamo a riportare, cercando di essere il più oggettivi possibili, questa notizia.

La notizia, che non commenteremo, è che per una minaccia di terrorismo che riguarda presunte minacce al Re di Spagna l’Europol si è mossa per ricavare informazioni sul presunto colpevole. Quello che ha potuto ottenere da Proton, su ordine di un tribunale svizzero, è l’indirizzo email di recupero che questa persona aveva inserito nel suo account Proton deliberatamente. Diciamo deliberatamente perché l’indirizzo email di recupero non è obbligatorio.

Quell’indirizzo email di recupero era un’email di Apple con nome.cognome come username 2.

La notizia è importante, ma per altri motivi

Questa notizie ci dice dunque alcune cose importanti, che non sono quelle del titolo del noto blog ma che sono, secondo noi:

  • Proton protegge la privacy ma non l’anonimato. Per l’anonimato servono sempre determinate azioni da parte di una persona che ne ha bisogno. Per questo motivo qui su Le Alternative non parliamo di anonimato ma di protezione della privacy. L’idea di essere invisibili perché si è dietro una VPN o perché si sta usando Proton o Signal è sbagliata e lo ripeteremo sempre.
  • Utilizzare servizi come Proton o Signal e in generale chiedere rispetto della propria riservatezza usando sistemi con Crittografia end-to-end non giustifica azioni illegali. È il trucco psicologico che viene usato per cercare di farci digerire porcherie come Chat Control (o altro), non dobbiamo soffiare in questa direzione perché le conseguenze sono potenzialmente devastanti. Chi usa Proton non è immune alla legge e deve rispettarla è dunque normale, e non potrebbe essere altrimenti, che Proton sia obbligata a collaborare con i tribunali svizzeri.
  • Meravigliarsi che Proton collabori e sia obbligata a collaborare alla legge Svizzera è da ingenui o, per chi vuole alimentare appositamente il clima di terrore, da vigliacchi.
  • Questa notizia dovrebbe far riflettere sul fatto che Proton, così come accadde in passato con Signal 3, ha potuto consegnare alla magistratura solamente l’indirizzo email di recupero perché Proton non può decifrare i dati delle email nemmeno su richiesta. L’indirizzo email di recupero non viene richiesto come obbligatorio anche perché queste informazioni possono in teoria essere consegnate su ordine di un tribunale svizzero, in quanto il terrorismo è contro la legge in Svizzera.
  • Queste notizie date in questo modo fanno male a tutta la comunità e anche all’obiettivo perché mettono in giro rumore di fondo e alimentano la cosiddetta FUD che non permette un ragionamento sensato, calcolato e corretto ma si basa solamente sull’alimentare dubbi e paure di cui l’uomo, purtroppo, spesso si nutre anche senza accorgersene.

Sì, continueremo a suggerire Proton

Abbiamo creato questo articolo nella speranza di poter aiutare le persone con dubbi e paure. C’è chi purtroppo le alimenta inconsciamente e chi invece purtroppo ci lucra. C’è anche chi le alimenta appositamente per aumentare il rumore di fondo e rendere difficile distinguere la verità dal cospirazionismo rendendo il tutto volutamente più complesso.

Proton è solo un’azienda e ovviamente non è perfetta ma, a differenza di Gmail (o Microsoft) per esempio, non colleziona dati né ha la possibilità di accedere alle nostre email in nessun modo. I pochi dati a disposizione sono minimizzati il più possibile e sta alla persona che ha bisogno dell’anonimato comportarsi di conseguenza senza sperare di essere invisibili solo perché magari “uso Proton e una VPN”.

Noi ci teniamo a non fare sensazionalismi e per quanto ci riguarda la storia su questo argomento termina qui. Se avete amici o amiche che hanno dubbi su questo argomento per colpa anche di blog che magari continuano a spingere su una determinata narrazione potete mandare loro questo articolo. Grazie!

Questo tag @lealternative@feddit.it serve a inviare automaticamente questo post su Feddit e permettere a chiunque sul fediverso di commentarlo.

  1. ProtonMail Gives Up Logs on User, Then Scrubs Website of No IP Logging Claims | ProtonMail Complied with 5,957 Data Requests in 2022 – Still Secure and Private?[]
  2. Arweave[]
  3. Grand jury subpoena for Signal user data, Central District of California[]

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Di skariko

Autore ed amministratore del progetto web Le Alternative

Pubblicato
Categorie: Notizie

1 commento

  1. C’è molto rumore di fondo deviante sul tema della privacy ed è bene mettere punti fermi (e oserei dire cristallini) su ciò che realmente funziona. Concordo con il vostro articolo chiarificatore.

    Allo stesso modo si trovano post fuorvianti sul tema della messaggistica che fanno un giro a 180° per consigliare alla fine Whatsapp rispetto a Telegram, perché il primo è cifrato, ma senza allargare il campo ad alternative migliori ed open source come Signal o altri.
    Purtroppo chi è meno avvezzo alla tecnologia rischia di non comprendere il focus volutamente stretto di questi articoli, che sono quindi a dir poco tendenziosi.

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